La violenza contro le donne non è soltanto un problema sociale o giudiziario: è un problema di salute pubblica globale, con conseguenze psicologiche, fisiche e relazionali che incidono sulla vita di milioni di persone. È ciò che emerge da numerose analisi cliniche e sociologiche, tra cui l’approfondimento dedicato al tema pubblicato nella rubrica “Salute e Ambiente” Dalla psichiatria alla salute mentale: violenza sulle donne.
Un problema che attraversa la storia
Per molti decenni, molte forme di violenza domestica non sono state riconosciute come reati. Il delitto d’onore è rimasto nel Codice Penale italiano fino al 1981, mentre solo dal 1996 la violenza sessuale è stata definita come reato contro la persona e non come offesa alla morale.
Questi ritardi legislativi mostrano quanto la violenza fosse considerata parte “accettabile” della vita familiare e sociale.
Stragi silenziose che hanno cambiato la coscienza collettiva
Le sorelle Mirabal
Patria, Minerva e María Teresa Mirabal furono tre attiviste politiche della Repubblica Dominicana, assassinate nel 1960 dal regime di Trujillo. La loro morte è oggi il simbolo della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne (25 novembre).
Le scarpe rosse – “Zapatos Rojos”
La performance dell’artista Elina Chauvet, nata in Messico e diffusa in tutto il mondo, utilizza centinaia di scarpe rosse vuote per rappresentare le donne uccise dalla violenza. Un’immagine forte, divenuta simbolo globale della denuncia contro il femminicidio.
Una violazione dei diritti umani riconosciuta a livello internazionale
A partire dagli anni ’70 e ’80, organismi come ONU, OMS e CEDAW hanno riconosciuto la violenza sulle donne come una vera e propria violazione dei diritti umani e un grave problema sanitario.
Un passaggio fondamentale è la Convenzione di Istanbul, ratificata in Italia nel 2013, che definisce la violenza come una forma di discriminazione strutturale e impone agli Stati l’obbligo di prevenire, proteggere e perseguire.
Numeri che parlano: una pandemia nascosta
I dati riportati dalle ricerche internazionali e dall’articolo sono impressionanti:
- la violenza domestica è la prima causa di morte o lesioni gravi per le donne tra i 16 e i 44 anni
- in Italia, più del 70% dei femminicidi avviene in famiglia
- a livello globale, il 27% delle donne tra 15 e 49 anni ha subito violenza fisica o sessuale da un partner (fonte OMS – The Lancet, 2022)
Questi dati dimostrano che la violenza contro le donne è una vera emergenza sanitaria.
Le conseguenze psicologiche
La violenza ha effetti profondi e duraturi sulla salute mentale:
- Disturbo post-traumatico da stress
- Depressione maggiore
- Ansia generalizzata e attacchi di panico
- Dissociazione
- Disturbi dell’attaccamento
- Dipendenze
- Difficoltà relazionali
Il trauma complesso è uno degli esiti più frequenti.
Perché è un problema di salute mentale
La violenza di genere riguarda la salute mentale perché:
- crea traumi emotivi profondi
- altera la percezione di sé e degli altri
- compromette il benessere psicologico
- richiede percorsi terapeutici strutturati
- è influenzata da contesti culturali e sociali
È un fenomeno multidimensionale: clinico, sociale e culturale.
Il ruolo dei professionisti della salute mentale
I professionisti possono intervenire attraverso:
- diagnosi accurata
- presa in carico multidisciplinare
- percorsi psicoterapeutici individuali e di gruppo
- valutazioni psichiatriche e medico-legali
- supporto alla rete familiare e sociale
- collaborazione con i servizi territoriali
L’obiettivo è accompagnare la persona nella ricostruzione di sicurezza, autonomia e benessere.
Cosa può fare la comunità
La società può contribuire attraverso:
- campagne di sensibilizzazione
- formazione nelle scuole e nei luoghi di lavoro
- contrasto agli stereotipi
- potenziamento degli sportelli antiviolenza
- investimenti nelle strutture sanitarie territoriali
La violenza sulle donne non è un fatto privato: riguarda tutti.